Prima di decidermi ad acquistare Il KingRex ho navigato in lungo e in largo nella rete in cerca di recensioni,commenti e confronti.
Adesso spero di fare cosa gradita a chi come me era indeciso. Premetto che ho posseduto il Trends TA 10.1 per poi rivenderlo.
Chi si aspetta un vincitore assoluto resterà deluso in quanto si tratta di due apparecchi che suonano in maniera completamente diversa.
Questo ha lasciato spiazzato anche me considerando che sono parenti stretti.
Il Trends è una piccola meraviglia ha un suono stupefacente che ti cattura al primo ascolto. La voce è indimenticabile e ad ogni confronto con altri amplificatori si cerca la stessa scena ampia ma si resta sempre delusi.
Come abbondantemente letto il KingRex ha bisogno di un rodaggio che non solo riguarda lui ma anche le proprie orecchie.
Non è assolutamente vero che in qualche forum mi è capitato di leggere che suona piu' scuro ma suona semplicemente diverso. Rispetto al Trends c'è un'estesione evidente sia in alto che in basso, il pianoforte notoriamente strumento difficile è impareggiabile, gli archi sono asciutti ma il suono è sempre caldo. Ho posseduto un valvolare di rango ascoltandolo per circa 10 anni quindi con l'orecchio allenato e posso senz'altro affermare che il KingRex migliora le prestazioni di un valvolare aggiungendo piu' precisione.
Il pregio maggiore di questo amplificatore è che non stanca mai, vorresti ascoltarlo sempre con qualunque musica. Riesce ad affascinarti anche con incisioni pessime.
Il Trends a confronto risulta un po' edulcorato e alla lunga stanca di piu'. Concludo con un'affermazione di mia moglie che da profana tra una faccenda domestica e l'altra sentenzia:
__Si sente propio bene, riesco a capire perfettamente anche le parole in inglese__ considerando che conosce meglio lo spagnolo direi niente male.
Ho da poco acquistato il KingRex SLAP in sostituzione della PSU con il quale alimento il T20U.
Francamente non trovo le parole per descrivere l'incredibile livello di raffinatezza e pulizia del suono raggiunto. Siamo a livelli altissimi, considerate che ho un'amico che possiede CONRAD JOHNSON che pilota AVANTGARDE TRIO CLASSICO quindi budget e qualità piuttosto elevati.
Con qualche centinaio di euro e due buoni diffusori (esempio Monitor Audio RS 8) potrete strizzargli l'occhiolino.
Superconsigliato.
Salve a tutti, il T20 mi è arrivato da pochi giorni per cui è in fase di rodaggio (200h come indicato sul manuale) ed abbinato ad un lettore cd/dvd JVC di basso costo e diffusori Monitor Audio RS1 (6 ohm,90db/W efficienza). Prime impressioni : suono assai piacevole da ascoltare, gamma media molto bella e naturale, buono anche il dettaglio, complici i diffusori abbastanza trasparenti e con un'ottima gamma media. La scena acustica è davvero ampia, il suono mai affaticante, anche se la potenza è appena sufficiente a sonorizzare una stanza ed a far vibrare le membrane dei miei diffusori (comunque da 80W RMS). L'impressione da audiofilo è di una banda passante più ristretta rispetto ai 20Hz-20KHz con qualche alterazione nella risposta in certe zone dello spettro, ma il suono non è mai affaticante e scorre assai fluido e musicale.Mi aspetto miglioramenti con sorgenti di altro livello ed alimentatore dedicato. Saluti a tutti.
Una buona predisposizione all'ascolto, ancor prima che l'amplificatore sia arrivato ... la cortese attenzione da parte del servizio clienti a riaccreditarmi lo sconto pacchetto amplificatore + PSU non applicatomi in automatico dal sistema.
Per quanto riguarda l'ascolto, abbinato a diffusori Indiana Line Musa 205, posso confermare la sensazione di piacevolezza di passare fra vari generi senza affaticamento, anche con sorgenti come uscita cuffie da lettore Cowon D3.
… e per completare il sistema a monte ci sta un glorioso (modo elegante per dire vecchio!) Denon 2900 multistandard; a valle troviamo due diffusori da pavimento monovia con trasduttori ATD da 16, cm caricati in bass-reflex, di medio-alta efficienza.
Certamente i più “adepti” avranno notato che ho citato due volte il Burson ed in particolare che considero la sezione DAC USB interna come apparecchiatura a se stante. E’ proprio da qui che inizio a stendere alcune note, spero per voi utili, sull’impianto che ho… ricostruito. Questa sezione DAC non deve essere considerata un’aggiunta “commerciale” per rendere più appetibile il pre – ampli cuffia: è un DAC molto musicale e dopo pochi istanti di ascolto ha sostituito definitivamente la sezione di conversione del Denon sia per i CD sia per la riproduzione dei DVD-Audio acquistati ovvero ottenuti “solidificando” la musica liquida HD presente in rete. Solo la conversione del protocollo DSD dei SACD continua ad essere svolta dal vecchiotto,,, e lo fa ancora bene! Si accede al DAC anche attraverso la porta USB e i risultati ottenuti in abbinamento a Foobar2000/WASAPI sono notevoli: il Concerto per Pianoforte e Orchestra ormai simbolo di Grieg, campionato a 96KHz/24bit è un esempio palese di musicalità e realismo raggiungibili dal sistema.
Considerando invece il poliedrico Burson come pre abbinato ai KingRex posso affermare che il connubio è vincente. Il T20 da solo è un buon amplificatorino e la PSU (consigliatissima) rende il messaggio sonoro più sostanzioso e materico. Quando però aggiungiamo il Burson allora siamo davanti ad una vera e propria trasformazione: la spazialità della scena aumenta indistintamente sui tre assi, il suono fluisce senza il minimo accenno di sforzo, acquistando naturalezza e coerenza armonica. E’ un processo di maturazione che è evidente se si parte dal solo T20 per poi aggiungere la PSU, il Burson e la sezione DAC. Si ottiene un equilibrio incredibile e un realismo che mai, nel mio ambiente domestico, ho potuto apprezzare. Il palco virtuale è stabile senza sfarfallii con una precisa messa a fuoco… eppure i musicisti non appaiono “inchiodati” in una posizione puntiforme e surreale. Naturalezza ho detto e non intendo: suono forzatamente eufonico, privo di dinamica e di ritmo: non intendo quel suono opaco che fa il verso a valvolari di pessima fattura. Ho passato ore ad ascoltare di tutto: dai variopinti lavori del Pat Metheny Group ai concerti per Fortepiano di Mozart, accompagnati da quel capolavoro che è il Concerto per Clarinetto Basson addomesticato dal talento di Anton Pay. Se poi ascoltiamo il SACD Telarc del trio Peterson/Brown/Jackson allora la matericità dell’evento porta a riflessioni amare perché è palese che il formato DSD è di gran lunga superiore al PCM anche se a 192KHz – 24bit… ma questo è un mio personalissimo parere.
Ho passato sei mesi in compagnia di questa catena e solo ora pubblico questi appunti perché temevo fossero dettati dall’entusiasmo adolescenziale della novità, ma dopo questo tempo penso non sia così.
E’ un sistema per ambienti domestici di 30 o poco più mq. Se avessi un salone Hi-End dedicato, con tappeti, trappole acustiche ecc… certamente volgerei lo sguardo altrove; se l’obiettivo è ottenere una riproduzione naturale, realistica e al contempo emozionante in un normale appartamento, con una spesa terrestre e oculata, allora l’abbinamento va considerato.
Se i familiari occupano la stanza dove ascolti musica, oppure si fa tardi, il Burson occupa il posto che natura gli ha riservato e in abbinamento alla cuffia Tesla beh…. si fanno le ore piccole. Certamente l’ascolto in cuffia permette di apprezzare dettagli e sfumature impossibili per due diffusori obbligati a suonare in un ambiente non controllato: la profondità del basso e la sua ricchezza armonica sono da record. La particolare conformazione della Tesla evita di avere il suono in testa anche se non possiamo parlare di vera ricostruzione ambientale ma di un tentativo riuscito di “distribuzione” spaziale. Dettagli, mimicrodinamica, senso del ritmo, mano di velluto ove occorre e guizzo dinamico al giusto posto… questo si ottiene dall’accoppiata Tesla/Burson. Certo, manca la fisicità dell’evento ma il risultato è di alto livello e poco dopo ho destinato le mie due precedenti cuffie (di pregio) al mercatino dell’usato…
Sono molto soddisfatto e lo avete capito, per vari motivi fra cui la consulenza pre vendita del Dott. Ventura e la tempestiva spedizione del materiale. Anche ricevere la Beyerdynamic nel suo cofanetto di alluminio e non nel cartone è stato veramente piacevole. Un plauso alla confezione del Burson contenente tutti i cavi di collegamento necessari e di fattura molto più che decorosa. Stesso plauso agli imballi dei KingRex in barba al loro prezzo contenuto.
Unica amarezza è vedere i vecchi componenti del mio impianto giacere in cantina e ancor più dolente è considerare quanto ho speso per acquistarli.
Forse qualche produttore Hi-End dovrebbe farsi un bel esame di coscienza…
Adesso spero di fare cosa gradita a chi come me era indeciso. Premetto che ho posseduto il Trends TA 10.1 per poi rivenderlo.
Chi si aspetta un vincitore assoluto resterà deluso in quanto si tratta di due apparecchi che suonano in maniera completamente diversa.
Questo ha lasciato spiazzato anche me considerando che sono parenti stretti.
Il Trends è una piccola meraviglia ha un suono stupefacente che ti cattura al primo ascolto. La voce è indimenticabile e ad ogni confronto con altri amplificatori si cerca la stessa scena ampia ma si resta sempre delusi.
Come abbondantemente letto il KingRex ha bisogno di un rodaggio che non solo riguarda lui ma anche le proprie orecchie.
Non è assolutamente vero che in qualche forum mi è capitato di leggere che suona piu' scuro ma suona semplicemente diverso. Rispetto al Trends c'è un'estesione evidente sia in alto che in basso, il pianoforte notoriamente strumento difficile è impareggiabile, gli archi sono asciutti ma il suono è sempre caldo. Ho posseduto un valvolare di rango ascoltandolo per circa 10 anni quindi con l'orecchio allenato e posso senz'altro affermare che il KingRex migliora le prestazioni di un valvolare aggiungendo piu' precisione.
Il pregio maggiore di questo amplificatore è che non stanca mai, vorresti ascoltarlo sempre con qualunque musica. Riesce ad affascinarti anche con incisioni pessime.
Il Trends a confronto risulta un po' edulcorato e alla lunga stanca di piu'. Concludo con un'affermazione di mia moglie che da profana tra una faccenda domestica e l'altra sentenzia:
__Si sente propio bene, riesco a capire perfettamente anche le parole in inglese__ considerando che conosce meglio lo spagnolo direi niente male.
Francamente non trovo le parole per descrivere l'incredibile livello di raffinatezza e pulizia del suono raggiunto. Siamo a livelli altissimi, considerate che ho un'amico che possiede CONRAD JOHNSON che pilota AVANTGARDE TRIO CLASSICO quindi budget e qualità piuttosto elevati.
Con qualche centinaio di euro e due buoni diffusori (esempio Monitor Audio RS 8) potrete strizzargli l'occhiolino.
Superconsigliato.
Per quanto riguarda l'ascolto, abbinato a diffusori Indiana Line Musa 205, posso confermare la sensazione di piacevolezza di passare fra vari generi senza affaticamento, anche con sorgenti come uscita cuffie da lettore Cowon D3.
Certamente i più “adepti” avranno notato che ho citato due volte il Burson ed in particolare che considero la sezione DAC USB interna come apparecchiatura a se stante. E’ proprio da qui che inizio a stendere alcune note, spero per voi utili, sull’impianto che ho… ricostruito. Questa sezione DAC non deve essere considerata un’aggiunta “commerciale” per rendere più appetibile il pre – ampli cuffia: è un DAC molto musicale e dopo pochi istanti di ascolto ha sostituito definitivamente la sezione di conversione del Denon sia per i CD sia per la riproduzione dei DVD-Audio acquistati ovvero ottenuti “solidificando” la musica liquida HD presente in rete. Solo la conversione del protocollo DSD dei SACD continua ad essere svolta dal vecchiotto,,, e lo fa ancora bene! Si accede al DAC anche attraverso la porta USB e i risultati ottenuti in abbinamento a Foobar2000/WASAPI sono notevoli: il Concerto per Pianoforte e Orchestra ormai simbolo di Grieg, campionato a 96KHz/24bit è un esempio palese di musicalità e realismo raggiungibili dal sistema.
Considerando invece il poliedrico Burson come pre abbinato ai KingRex posso affermare che il connubio è vincente. Il T20 da solo è un buon amplificatorino e la PSU (consigliatissima) rende il messaggio sonoro più sostanzioso e materico. Quando però aggiungiamo il Burson allora siamo davanti ad una vera e propria trasformazione: la spazialità della scena aumenta indistintamente sui tre assi, il suono fluisce senza il minimo accenno di sforzo, acquistando naturalezza e coerenza armonica. E’ un processo di maturazione che è evidente se si parte dal solo T20 per poi aggiungere la PSU, il Burson e la sezione DAC. Si ottiene un equilibrio incredibile e un realismo che mai, nel mio ambiente domestico, ho potuto apprezzare. Il palco virtuale è stabile senza sfarfallii con una precisa messa a fuoco… eppure i musicisti non appaiono “inchiodati” in una posizione puntiforme e surreale. Naturalezza ho detto e non intendo: suono forzatamente eufonico, privo di dinamica e di ritmo: non intendo quel suono opaco che fa il verso a valvolari di pessima fattura. Ho passato ore ad ascoltare di tutto: dai variopinti lavori del Pat Metheny Group ai concerti per Fortepiano di Mozart, accompagnati da quel capolavoro che è il Concerto per Clarinetto Basson addomesticato dal talento di Anton Pay. Se poi ascoltiamo il SACD Telarc del trio Peterson/Brown/Jackson allora la matericità dell’evento porta a riflessioni amare perché è palese che il formato DSD è di gran lunga superiore al PCM anche se a 192KHz – 24bit… ma questo è un mio personalissimo parere.
Ho passato sei mesi in compagnia di questa catena e solo ora pubblico questi appunti perché temevo fossero dettati dall’entusiasmo adolescenziale della novità, ma dopo questo tempo penso non sia così.
E’ un sistema per ambienti domestici di 30 o poco più mq. Se avessi un salone Hi-End dedicato, con tappeti, trappole acustiche ecc… certamente volgerei lo sguardo altrove; se l’obiettivo è ottenere una riproduzione naturale, realistica e al contempo emozionante in un normale appartamento, con una spesa terrestre e oculata, allora l’abbinamento va considerato.
Se i familiari occupano la stanza dove ascolti musica, oppure si fa tardi, il Burson occupa il posto che natura gli ha riservato e in abbinamento alla cuffia Tesla beh…. si fanno le ore piccole. Certamente l’ascolto in cuffia permette di apprezzare dettagli e sfumature impossibili per due diffusori obbligati a suonare in un ambiente non controllato: la profondità del basso e la sua ricchezza armonica sono da record. La particolare conformazione della Tesla evita di avere il suono in testa anche se non possiamo parlare di vera ricostruzione ambientale ma di un tentativo riuscito di “distribuzione” spaziale. Dettagli, mimicrodinamica, senso del ritmo, mano di velluto ove occorre e guizzo dinamico al giusto posto… questo si ottiene dall’accoppiata Tesla/Burson. Certo, manca la fisicità dell’evento ma il risultato è di alto livello e poco dopo ho destinato le mie due precedenti cuffie (di pregio) al mercatino dell’usato…
Sono molto soddisfatto e lo avete capito, per vari motivi fra cui la consulenza pre vendita del Dott. Ventura e la tempestiva spedizione del materiale. Anche ricevere la Beyerdynamic nel suo cofanetto di alluminio e non nel cartone è stato veramente piacevole. Un plauso alla confezione del Burson contenente tutti i cavi di collegamento necessari e di fattura molto più che decorosa. Stesso plauso agli imballi dei KingRex in barba al loro prezzo contenuto.
Unica amarezza è vedere i vecchi componenti del mio impianto giacere in cantina e ancor più dolente è considerare quanto ho speso per acquistarli.
Forse qualche produttore Hi-End dovrebbe farsi un bel esame di coscienza…
Lo Speziale