Giudizio complessivo
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5 Recensioni
Lu** ******** ****zi
… e per completare il sistema a monte ci sta un glorioso (modo elegante per dire vecchio!) Denon 2900 multistandard; a valle troviamo due diffusori da pavimento monovia con trasduttori ATD da 16, cm caricati in bass-reflex, di medio-alta efficienza.

Certamente i più “adepti” avranno notato che ho citato due volte il Burson ed in particolare che considero la sezione DAC USB interna come apparecchiatura a se stante. E’ proprio da qui che inizio a stendere alcune note, spero per voi utili, sull’impianto che ho… ricostruito. Questa sezione DAC non deve essere considerata un’aggiunta “commerciale” per rendere più appetibile il pre – ampli cuffia: è un DAC molto musicale e dopo pochi istanti di ascolto ha sostituito definitivamente la sezione di conversione del Denon sia per i CD sia per la riproduzione dei DVD-Audio acquistati ovvero ottenuti “solidificando” la musica liquida HD presente in rete. Solo la conversione del protocollo DSD dei SACD continua ad essere svolta dal vecchiotto,,, e lo fa ancora bene! Si accede al DAC anche attraverso la porta USB e i risultati ottenuti in abbinamento a Foobar2000/WASAPI sono notevoli: il Concerto per Pianoforte e Orchestra ormai simbolo di Grieg, campionato a 96KHz/24bit è un esempio palese di musicalità e realismo raggiungibili dal sistema.

Considerando invece il poliedrico Burson come pre abbinato ai KingRex posso affermare che il connubio è vincente. Il T20 da solo è un buon amplificatorino e la PSU (consigliatissima) rende il messaggio sonoro più sostanzioso e materico. Quando però aggiungiamo il Burson allora siamo davanti ad una vera e propria trasformazione: la spazialità della scena aumenta indistintamente sui tre assi, il suono fluisce senza il minimo accenno di sforzo, acquistando naturalezza e coerenza armonica. E’ un processo di maturazione che è evidente se si parte dal solo T20 per poi aggiungere la PSU, il Burson e la sezione DAC. Si ottiene un equilibrio incredibile e un realismo che mai, nel mio ambiente domestico, ho potuto apprezzare. Il palco virtuale è stabile senza sfarfallii con una precisa messa a fuoco… eppure i musicisti non appaiono “inchiodati” in una posizione puntiforme e surreale. Naturalezza ho detto e non intendo: suono forzatamente eufonico, privo di dinamica e di ritmo: non intendo quel suono opaco che fa il verso a valvolari di pessima fattura. Ho passato ore ad ascoltare di tutto: dai variopinti lavori del Pat Metheny Group ai concerti per Fortepiano di Mozart, accompagnati da quel capolavoro che è il Concerto per Clarinetto Basson addomesticato dal talento di Anton Pay. Se poi ascoltiamo il SACD Telarc del trio Peterson/Brown/Jackson allora la matericità dell’evento porta a riflessioni amare perché è palese che il formato DSD è di gran lunga superiore al PCM anche se a 192KHz – 24bit… ma questo è un mio personalissimo parere.
Ho passato sei mesi in compagnia di questa catena e solo ora pubblico questi appunti perché temevo fossero dettati dall’entusiasmo adolescenziale della novità, ma dopo questo tempo penso non sia così.
E’ un sistema per ambienti domestici di 30 o poco più mq. Se avessi un salone Hi-End dedicato, con tappeti, trappole acustiche ecc… certamente volgerei lo sguardo altrove; se l’obiettivo è ottenere una riproduzione naturale, realistica e al contempo emozionante in un normale appartamento, con una spesa terrestre e oculata, allora l’abbinamento va considerato.

Se i familiari occupano la stanza dove ascolti musica, oppure si fa tardi, il Burson occupa il posto che natura gli ha riservato e in abbinamento alla cuffia Tesla beh…. si fanno le ore piccole. Certamente l’ascolto in cuffia permette di apprezzare dettagli e sfumature impossibili per due diffusori obbligati a suonare in un ambiente non controllato: la profondità del basso e la sua ricchezza armonica sono da record. La particolare conformazione della Tesla evita di avere il suono in testa anche se non possiamo parlare di vera ricostruzione ambientale ma di un tentativo riuscito di “distribuzione” spaziale. Dettagli, mimicrodinamica, senso del ritmo, mano di velluto ove occorre e guizzo dinamico al giusto posto… questo si ottiene dall’accoppiata Tesla/Burson. Certo, manca la fisicità dell’evento ma il risultato è di alto livello e poco dopo ho destinato le mie due precedenti cuffie (di pregio) al mercatino dell’usato…

Sono molto soddisfatto e lo avete capito, per vari motivi fra cui la consulenza pre vendita del Dott. Ventura e la tempestiva spedizione del materiale. Anche ricevere la Beyerdynamic nel suo cofanetto di alluminio e non nel cartone è stato veramente piacevole. Un plauso alla confezione del Burson contenente tutti i cavi di collegamento necessari e di fattura molto più che decorosa. Stesso plauso agli imballi dei KingRex in barba al loro prezzo contenuto.
Unica amarezza è vedere i vecchi componenti del mio impianto giacere in cantina e ancor più dolente è considerare quanto ho speso per acquistarli.
Forse qualche produttore Hi-End dovrebbe farsi un bel esame di coscienza…

Lo Speziale
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